Vico Equense centro
Le prime testimonianze archeologiche di un insediamento sul territorio di Vico Equense risalgono al VII secolo a.C. Sono infatti stati rinvenuti,soprattutto negli scavi degli anni '60, numerosi manufatti provenienti dalla necropoli preromana che sorgeva nei pressi dell'attuale centro cittadino. I reperti, oggi in buona parte in mostra nel piccolo museo Silio Italico allestito nel palazzo municipale.
Luoghi da visitare
Da insediamento e luogo di scambi tra popolazione italiche, greche ed etrusche,l’area di Vico Equense divenne meta di residenza di patrizi romani come attestano i ruderi alle Marine di Aequa e di Vico. Dopo un periodo di decadenza il paese rifiorì nel periodo tra il 1285 e il 1309,in cui ottenne l'indipendenza dal Ducato di Sorrento grazie agli Angioini. Fu proprio Carlo II d'Angiò,che spesso soggiornava nel borgo,a fondare il centro cittadino e a costruire,nel 1301 un castello. Il castello fu poi restaurato da Girolamo Giusso,da cui ha preso il nome. In questo periodo fu anche edificata a strapiombo sul mare la cattedrale dell'Assunta,unico esempio di cattedrale gotica della penisola sorrentina. L'edificio contiene alcune tele di Giuseppe Bonito ed inoltre è anche il luogo di sepoltura del celebre giurista e filosofo Gaetano Filangieri. Vico Equense sorge su un blocco tufaceo che copre un lungo tratto della penisola sorrentina. Il paese si affaccia sul mare ma si estende fino ai 1131 metri del Monte Faito,passando per le colline dove sorgono diverse sue frazioni. Oltre ad affacciarsi sul golfo di Napoli,Vico Equense ha anche un piccolo sbocco sul golfo di Salerno. La sua estensione territoriale ne fa il comune più vasto della penisola e l'ottavo più vasto della provincia di Napoli. L'economia è basata prevalentemente sul turismo che è incentivato,oltre che dalle bellezze paesaggistiche,dalle specialità enogastronomiche del luogo. Vengono realizzati dei grandi prodotti,come la salsiccia e il salame fatto di carne suina e scorza di arancia,ed i magnifici prodotti caseari,dai burrini,caciottine ripiene di un delicato purè di burro,ai caprignetti,piccole palline ottenute da una crema di formaggio caprino (cacio-ricotta) che,dopo essere state cosparse di erbe aromatiche,vengono conservate sott'olio. Il più pregiato di tutti è il rinomato Provolone del Monaco DOP, formaggio stagionato a pasta filata nella caratteristica foggia a melone leggermente allungato o a pera,senza testina. I prodotti caseari della zona sono ancora prodotti in modo artigianale e svariate sono le botteghe gastronomiche e i produttori presso cui si possono assaggiare e acquistare i prodotti tipici,ma anche osservare il ciclo di produzione.
- Municipio
Nell’atrio del Municipio,edificato sul luogo dove per secoli sorse la principale porta di ingresso alla “Città”,si possono ammirare alcuni reperti in marmo. Sulla parete della colonna destra è murato il più antico stemma di Vico ( XIV Sec. ),mentre sulla sinistra dell’atrio sono visibili un fregio di marmo e una lapide del 1567 che attesta i lavori di ampliamento e consolidamento dell’ episcopio di Largo dei Tigli fatti eseguire dal vescovo Antonio Sacra. Sotto la finestra del primo ballatoio resti di lapide di epoca aragonese ( XV Sec. ) rinvenuti nell’ antico palazzo di giustizia. A piano terra è ubicato l’Antiquarium Aequano.

Il castello aveva tre torri di cui la centrale,detta “Torre Mastra”, più imponente. Il maniero fu ristrutturato da Ferrante Carafa,che abbatté due torri,e poi verso il 1640 da Filippo Ravaschieri. Il castello fu protagonista in diversi episodi bellici,tra cui le incursioni piratesche del 1530 e 1636 respinte grazie ai suoi cannoni. L’attuale aspetto risale agli interventi effettuati nel XIX secolo da don Luigi Giusso.

- Cappella dell’Assunta
Esistente nel XV secolo con il nome di “S. Maria della Pace” venne acquistata nel 1742 dalla “Arciconfraternita dell’Assunta”. Dal 1987 vi parte,nella serata del”Venerdì Santo”,una suggestiva processione penitenziale cui partecipano centinaia di confratelli che indossano saio e cappuccio viola e intonano il toccante salmo nel “Miserere”. Nella cappella laterale è situato uno splendido altare ligneo del XVIII rivestito con ornamenti in corallini,madreperle,pietre dure,restaurato nel 2001 grazie all’interesse della senatrice Susanna Agnelli.

- Chiesa della SS. Annunziata (XIV secolo)
Fondata, probabilmente,tra il 1320 e il 1330 dal vescovo Giovanni Cimmino,che vi trasferì dalla primitiva sede della Marina d’Equa la sede episcopale. E’ l’unico esempio di architettura sacra in stile gotico presente in Costiera sorrentina. Per secoli è stata sottoposta a complessi interventi di restauro. La facciata risale al XVIII secolo e venne rifatta dal vescovo Paolino Pace. Il campanile (XVI secolo) venne ricostruito da mons. Paolo Regio. All’interno,nella sacrestia,è affrescata tutta la serie dei vescovi equensi,opera commissionata da mons. Pace. Al posto del volto di mons. Michele Natale,martire della “Repubblica Partenopea”,è dipinto un angioletto che indica il silenzio. Tra le opere d’arte tele del Bonito e del Palumbo,XVIII secolo,affreschi mediovali, sepolcri marmorei del vescovi Cimmino (XIV secolo) e Regio (XVI secolo). E’ stata riaperta al culto il 26 agosto 1995 dopo oltre vent’anni di chiusura. Nel salone sotto la navata centrale sarà ospitato il Museo dell’opera.

- Chiesa ed ex convento della SS.Trinità e Paradiso
Il monumentale complesso è stato realizzato agli inizi del XVIII secolo. La chiesa presenta una ripida scalinata d’ingresso delimitata da un portone dipinto mentre la facciata su corso Filangieri richiama un tempio classico. All’interno ancora visibili le grate che delimitavano la clausura della suore teresiane. Nel vasto cortile dell’ex convento,dove svettano quattro altissime palme,in estate si svolgono rassegne teatrali e musicali.

- Chiesa di S. Ciro
Dedicata ad uno dei Santi patroni di Vico Equense,festeggiato il 31 gennaio unitamente al compagno di martirio S.Giovanni,venne ultimata nel 1715. In precedenza una chiesetta,dedicata allo stesso Santo,per secoli fu sede del “Parlamento Cittadino”.

- Chiesa di S. Maria del Toro (XVI secolo)
Costruita tra il 1542 ed il 1549 venne ampliata alla fine del XVI secolo dai Padri Teatini che incorporarono la primitiva chiesetta. All’epoca risale la costruzione del maestoso campanile. All’ interno,sopra l’altare,affresco rinascimentale con la Madonna e S. Bernardino. Splendido soffitto a cassettoni in faggio e tiglio del XVII secolo. La cupola ha l’interno affrescato con scene simboliche e la glorificazione di S. Gaetano eseguite alla fine del XVII secolo.

Come arrivare a Vico Equense:
- In aereo – L’aeroporto più vicino è Napoli (Capodichino), collegato con Vico Equense e Sorrento da un servizio regionale di bus. Il percorso è coperto in un’ora.
- In auto – Da Napoli e da Salerno immettersi sulla autostrada A3 Napoli/Salerno ed uscire al casello di Castellammare di Stabia. Tramite raccordo ci si collega con la statale 145 “Sorrentina”. Tempo di percorrenza media 50 minuti.
- In Treno – Giunti alla stazione di Napoli Centrale senza uscire raggiungere la sottostante fermata della ferrovia Circumvesuviana “ Napoli - Piazza Garibaldi”. Le partenze per Sorrento si susseguono ogni 40 minuti. La distanza Napoli - Vico Equense è coperta in 50 minuti.
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